L'EBREO di Gianni Clementi

 

Roma 1956: Marcello Consalvi(Emilio Bonucci) e sua moglie Immacolata (Ornella Muti) vivono da ben tredici anni in un bell’appartamento che si affaccia sul Lungotevere, si da 13 anni, e prima dove vivevano? A Primavalle, che se oggi è considerata semiperiferia, negli anni 50 era estrema periferia, dove vivevano i più poveri. Come ha fatto la famiglia Consalvi a fare questo salto di qualità? Se partendo dal 1956 andiamo indietro nel tempo di 13 anni ci ritroviamo nel 1943 anno in cui fu rastrellato il ghetto di Roma (fatto costruire da Papa Paolo IV Carafa proprio sulle rive del Tevere). Marcello era un lavoratore di una ditta appartenente ad un ricco ebreo che per evitare la confisca durante le leggi razziali intestò ai Consalvi tutti i suoi beni. Ma ritorniamo ai giorni nostri, o meglio al 1956, come ci si può sentire a possedere una bella casa, a riscuotere la pigione di diversi appartamenti e diversi negozi, che sai essere non tuoi? Beh Marcello e Immacolata reagiscono in due modi opposti ma anche complementari, e sta proprio in questo rapporto tra reazioni il cuore dello spettacolo, mentre Marcello anima quieta è rimasto quello che era , un uomo tranquillo senza ambizioni, il suo migliore amico è Tito lo stagnaro (Pino Quartullo), va al lavoro, pur essendo l’attuale padrone con il sinale. Immacolata è l’esatto contrario, lei non esita a voler sfrattare inquilini morosi solo da una mensilità, vorrebbe il marito diverso più ambizioso, più in grado di “aumentare il capitale”. Questa, evidente, diversità di vedute porta a uno scontro tra i due coniugi in cui Immacolata ha il coltello dalla parte del manico, e farebbe di tutto per conservare il suo stato attuale. L’intero spettacolo si svolge dentro il lussuoso appartamento del ghetto, in cui i due si barricano... e per quale motivo si barricano? Perché scontrandosi e confrontandosi tra loro, fanno uscire le paure, quella di Immacolata di perdere la ricchezza e quella di Marcello di non riuscire a riconquistare la moglie, a cosa porta la paura? Chi c’è in agguato dietro la porta di casa?

“L’ebreo” segna il debutto in teatro di Ornella Muti, e il ritorno sulle scene di Emilio Bonucci, bravissimo nell’interpretare il non facile ruolo di un uomo rimasto semplice, nonostante la fortuna che gli è capitata, ma che deve continuamente imbattersi nell’indifferenza, o meglio nell’avidità della moglie. Ornella Muti, Pino Quartullo e Emilio Bonucci sono al debutto sul palcoscenico del teatro figlinese.

 

Aperitivo a Teatro

Sabato 15 gennaio alle ore 18 al Teatro Garibaldi, come secondo la consuetudine della stagione di prosa, si terrà un Aperitivo a Teatro a cura del Teatro Stabile di Firenze: Titti Foti, critico teatrale del quotidiano La Nazione, intervisterà gli attori. L'aperitivo è offerto da Torre Guelfa.