E’ stato il sindaco di Figline, Riccardo Nocentini, ad aprire l’audizione che ieri sera ha richiamato al Teatro Garibaldi oltre 400 persone per fare il punto sullo stabilimento Pirelli di via Petrarca, leader a livello mondiale del settore steel-cord ma minacciato da un riassetto societario che potrebbe portare alla vendita di questo ramo d’azienda.

“Per questi 390 lavoratori non è un buon momento perché ci sono pesanti incertezze sul futuro dello stabilimento – ha spiegato il sindaco Nocentini -. Siamo tutti preoccupati e ad ogni livello ci stiamo impegnando per chiedere chiarezza alla proprietà ed impedire che venga dispersa questa grande risorsa del territorio che è la Pirelli. Fa piacere vedere, come ieri, che con le istituzioni e i sindacati c'è una comunità intera che insieme a questo stabilimento è cresciuta e che ora sta dimostrando tutto il suo attaccamento. Per questo l’azienda avrà una responsabilità in più rispetto a quelle economiche e finanziarie, ovvero quella sociale di una città che intorno a questa fabbrica ha fondato una parte importante della sua storia recente”.

All’audizione hanno partecipato anche il presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci – che ha detto di “appoggiare la battaglia di questi lavoratori per il mantenimento della più grande azienda del Valdarno fiorentino” – e Ivan Ferrucci, consigliere regionale Pd che ha proposto di portare la questione della Pirelli di Figline nelle aule del Governo attraverso i parlamentari toscani di ogni schieramento politico; tra i presenti c’erano inoltre i deputati Elisa Simoni e David Ermini (Pd) e Massimo Artini (M5S).

Gli interventi centrali dell’audizione sono stati affidati ai sindacati, in particolare a Claudia Ferri (Fiom Cgil Firenze), Alessandro Beccastrini (Fim Cisl Firenze) e Davide Materazzi (Uilm Uil Firenze), che hanno ripercorso le varie tappe di questo delicato percorso fino ad arrivare agli ultimi incontri, senza risparmiare critiche all’atteggiamento della proprietà che, pur essendo una multinazionale italiana, non dimostrerebbe nessun riguardo per l’unico stabilimento italiano del settore steel-cord.