Sono racchiusi in circa 60 pagine gli esiti di un recente studio condotto sull’antica spezieria dell’ospedale Serristori da Daniela Matteini e Paolo Luzzi, studi pubblicati in un volume patrocinato dal Comune di Figline, dalla Asl 10 di Firenze e dal Museo di Storia Naturale dell’Università degli Studi di Firenze.

 

Il libro – disponibile anche presso il palazzo comunale – parte da un’attenta e documentata ricostruzione storica ad opera di Daniela Matteini (storica dell’arte) sull’antico Spedale Serristori dalle sue origini nel centro abitato della città fino allo spostamento presso la Villa di San Cerbone, attuale sede dell’ospedale.

 

Tanti gli spunti curiosi e inediti presenti nel testo, tra cui una serie di testimonianze che dimostrano come presso la Villa ci fosse anche una fervida attività di lavorazione dei tessuti, con tanto di allevamento di bachi da seta. Il libro affronta poi tutta la storia dell’antica spezieria, anch’essa protagonista nel corso degli anni di numerose trasformazioni in base a quelli che oggi potremmo definire “aggiornamenti professionali”.

 

Secondo le fonti, la spezieria si configurava come una bottega fornita delle più diverse sostanze e materie preziose, dove potevano servirsi i malati per le erbe officinali ed i composti, ma anche i pittori per i colori e le signore per i cosmetici. Inoltre nel libro non poteva mancare un capitolo sul fantasma della Villa di San Cerbone, che la leggenda identifica in quella Veronica Cybo che si dice tuttora aleggi nei corridoi dell’ospedale.

 


La seconda parte del volume è invece curata dall’esperto di botanica Paolo Luzzi, che, studiando le ampolle e le etichette rinvenute nell’attuale sede della spezieria, ha stilato un elenco di molte erbe e composti allora in preparazione presso la Villa.


“Questo è un libro di carattere divulgativo – hanno spiegato gli autori – in cui si analizzano, sulla scorta di ricerche effettuate sia sui testi storici che sul campo, l’aspetto storico-artistico legato all’antica spezieria e la produzione di composti e preparati officinali per fornire al lettore un’idea di quelle che una volta erano le medicine”.


“Grazie a questo volume possiamo capire meglio una delle più grandi ricchezze del nostro territorio – ha detto la vicesindaco Caterina Cardi -. Esprimo quindi un ringraziamento agli autori perché, grazie alle loro parole frutto di scrupolose ricerche, ci si può calare perfettamente in quella atmosfera, per certi aspetti magica, che tuttora si addensa sull’antica spezieria e sull’ospedale Serristori”.